UN POCO DI STORIA...La prima partita di sitting volleyball si disputò per la prima volta in Olanda...Correva l'anno 1956! Ma ci volle un pò di tempo affinché la disciplina crescesse e si sviluppasse: le prima gare internazionali si giocarono nel 1967 e nel 1976 fu ammesso come disciplina dimostrativa ai Giochi Paralimpici di Montreal.
Rispetto alla pallavolo tradizionale "standing", nel sitting i giocatori devono stare seduti sul campo (sollevare le natiche da terra è fallo), che è di dimensioni inferiori rispetto a quello della pallavolo tradizionale: il campo misura m. 6 per m. 10, con la linea d'attacco situata a m. 2 dalla la rete, che è posta a cm. 110 cm per gli uomini e a cm. 105 per le donne. Ogni squadra, come nella pallavolo tradizionale, è composta da 6 giocatori in campo e 6 riserve. Si può murare la battuta avversaria.
Il sitting è nato come sport modificato per consentire la pratica sportiva dei disabili fisici in totale assenza di ausili sportivo-tecnologici: unica possibilità di spostamento, il movimento utilizzando le braccia, con il vincolo di mantenere le natiche, al momento del tocco di palla, a contatto col suolo.Il fascino del sitting volley è che in esso la differenziazione dei gradi di abilità è praticamente annullata, cosa che quasi mai capita in altre discipline: una volta seduti a terra, le disabilità tendono ad annullarsi consentendo, in questo modo, una perfetta integrazione all'interno delle squadre tra giocatori disabili e normodotati.